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Risultati economici
Conto economico riclassificato1
(Importi in milioni di Euro) | 31/12/2019 |
---|---|
Margine di interesse | 1.179 |
Commissioni nette | 644 |
Dividendi | 3 |
Ricavi netti dell'attività di negoziazione | 177 |
Margine di intermediazione | 2.003 |
Rettifiche/riprese di valore nette | (313) |
Risultato della gestione finanziaria | 1.690 |
Oneri di gestione* | (1.575) |
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri | (20) |
Altri proventi (oneri) | 222 |
Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili | (27) |
Utile (Perdita) dalla cessione di investimenti e partecipazioni | (5) |
Risultato corrente lordo | 285 |
Imposte sul reddito | (60) |
Utile (Perdita) d'esercizio di pertinenza di terzi | (4) |
Risultato netto di pertinenza della Capogruppo | 221 |
1 Al fine di fornire una migliore rappresentazione gestionale dei risultati, i dati economici riclassificati differiscono dagli schemi di Bilancio previsti ai sensi della Circolare Banca d’Italia 262 del 2005, 6° aggiornamento
Aggregati patrimoniali
Stato patrimoniale riclassificato1
(Importi in milioni di Euro) | 31/12/2019 |
---|---|
ATTIVO | |
Cassa e disponibilità liquide | 555 |
Esposizioni verso banche | 1.166 |
Esposizioni verso clientela | 41.230 |
- di cui al fair value | 286 |
Attività finanziarie | 26.689 |
Partecipazioni | 89 |
Attività materiali e immateriali | 1.353 |
Attività fiscali | 872 |
Altre voci dell'attivo | 851 |
Totale attivo | 72.805 |
PASSIVO | |
Debiti verso banche | 7.474 |
Raccolta diretta | 56.669 |
- Debiti verso la clientela | 50.055 |
- Titoli in circolazione | 6.614 |
Altre passività finanziarie | 101 |
Fondi (Rischi, oneri e personale) | 386 |
Passività fiscali | 80 |
Altre voci del passivo | 1.611 |
Totale passività | 66.321 |
Patrimonio di pertinenza di terzi | 4 |
Patrimonio netto del gruppo | 6.480 |
Patrimonio netto consolidato | 6.484 |
Totale passivo e netto | 72.805 |
1 Al fine di fornire una migliore rappresentazione gestionale dei risultati, i dati economici riclassificati differiscono dagli schemi di Bilancio previsti ai sensi della Circolare Banca d’Italia 262 del 2005, 6° aggiornamento
Le Banche affiliate rappresentano il core business del Gruppo attraverso la gestione dell’attività bancaria sul territorio
Sintesi al 31 dicembre 2019
Il Gruppo industriale, comprensivo della Capogruppo e delle società che offrono servizi alle Banche affiliate in ambito finanza, credito, assicurativo, ICT, NPLs e gestione del risparmio
Sintesi al 31 dicembre 2019
Banche affiliate
Le Banche affiliate rappresentano la parte più rilevante dell’attivo consolidato del Gruppo e il punto di forza dello sviluppo attuale e futuro del Gruppo stesso. Le Banche affiliate tradizionalmente operano al fine di favorire lo sviluppo delle comunità e dell’economia locale. Il principio di mutualità, che caratterizza il Credito Cooperativo, permette alle banche di ricoprire un ruolo fondamentale nel panorama dell’industria bancaria nazionale e un punto di riferimento importante per le famiglie e le piccole e medie imprese (nel seguito anche “PMI”).
Il piano strategico del Gruppo punta allo sviluppo delle relazioni con le famiglie e le PMI valorizzando al meglio la rete territoriale e sfruttando le sinergie, l’ampliamento dell’offerta commerciale e le economie di scala che derivano dall’appartenenza a un Gruppo di rilevanza nazionale.
In linea generale, la struttura delle Banche di Credito Cooperativo riflette la natura di banche territoriali, caratterizzate da un’elevata raccolta dalla clientela derivante dallo storico legame con il territorio di appartenenza, da una prevalenza di impieghi a controparti rappresentate da famiglie e piccole società e da un rapporto impieghi su depositi non elevato, con investimento dell’eccesso di liquidità soprattutto in titoli di Stato.
Di seguito viene fornita una rappresentazione sintetica delle principali grandezze economiche e finanziarie aggregate delle Banche affiliate, con focus sulle singole aree territoriali in cui il Gruppo opera.
(Importi in milioni di Euro)
Impieghi verso la clientela |
Trentino-Alto Adige | Nord Est | Nord Ovest | Centro | Sud e Isole | Totale |
---|---|---|---|---|---|---|
Crediti clientela lordi |
10.164 |
9.161 |
9.604 |
9.581 |
4.043 | 42.553 |
- di cui performing | 9.152 | 8.400 | 8.644 | 8.717 | 3.574 | 38.487 |
- di cui non performing | 1.012 | 761 | 960 | 864 | 469 | 4.066 |
Rettifiche di valore | 582 | 498 | 586 | 551 | 303 | 2.520 |
Crediti clientela netti | 9.582 | 8.663 | 9.018 | 9.030 | 3.740 | 40.033 |
L’operatività delle Banche affiliate risulta prevalentemente concentrata nell’area Nord del territorio nazionale, in linea con l’articolazione territoriale degli sportelli.
Il totale dei crediti lordi, a fine 2019, ammonta a 42,6 miliardi (circa 40,0 miliardi al netto dei fondi rettificativi) e risulta allocato in modo omogeneo su 4 delle 5 aree territoriali in cui il Gruppo è suddiviso. Minore la rilevanza per l’area Sud e Isole che vede la presenza di un numero rilevante di Banche affiliate, ma di dimensioni mediamente ridotte. In un esercizio in cui le molteplici attività connesse con la partenza del primo Gruppo Bancario Cooperativo italiano hanno sicuramente impegnato a fondo le strutture operative, le Banche affiliate hanno visto una crescita costante delle masse di credito, confermando il loro ruolo centrale nel supportare la crescita anche economica dei territori di riferimento. Sono risultate in crescita le nuove erogazioni di credito nei confronti sia delle famiglie che delle PMI locali, in un’evoluzione che ha caratterizzato tutte le aree territoriali, ma con una velocità più marcata per l’area Sud e Isole.
L’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti lordi, pari al 9,3% circa a livello di Gruppo, vede una percentuale più virtuosa nell’area Nord Est ed un’incidenza progressivamente più elevata nell’area Centro e Sud e Isole. Va rilevato che in tutte le aree si è assistito, nel corso del primo anno di operatività del Gruppo, ad una decisa riduzione dello stock di crediti deteriorati, in linea con le indicazioni e le strategie di Gruppo.
A confermare un’attenzione forte da parte del Gruppo alla gestione dei rischi ed in particolare alla gestione del rischio di credito, gli accantonamenti sono stati ulteriormente incrementati e hanno raggiunto dei livelli di copertura medi, per le Banche affiliate, fra i più elevati del sistema bancario nazionale, nonostante la forte contrazione dello stock di credito deteriorato.
(Importi in milioni di Euro)
Raccolta |
Trentino-Alto Adige | Nord Est | Nord Ovest | Centro | Sud e Isole | Totale |
---|---|---|---|---|---|---|
Raccolta Complessiva |
19.652 |
17.166 |
18.395 |
15.884 |
6.416 |
77.513 |
Raccolta diretta | 13.489 | 11.343 | 12.633 | 11.335 | 5.717 | 54.517 |
Raccolta indiretta* | 1.822 | 5.823 | 5.762 | 4.549 | 699 | 22.996 |
- di cui Amministrata | 1.822 | 2.131 | 2.377 | 1.460 | 371 | 8.161 |
- di cui Gestita | 4.341 | 3.692 | 3.385 | 3.089 | 328 | 14.835 |
* La raccolta indiretta è espressa a valori di mercato
Anche la raccolta diretta vede una distribuzione fra le aree territoriali proporzionalmente in linea con quella già descritta per le masse di credito. Tutte le aree evidenziano nel rapporto fra impieghi e raccolta uno strutturale avanzo di risorse di raccolta che determinano un elevato grado di liquidità delle Banche affiliate e quindi del Gruppo. L’approccio prudente all’investimento delle risorse raccolte dai depositanti (tipicamente famiglie) caratterizza storicamente l’operatività delle BCC-CR-RAIKA che allocano queste risorse principalmente a favore delle famiglie e delle piccole e medie imprese del territorio di riferimento.
La raccolta amministrata e gestita delle Banche affiliate, pari a 23 miliardi circa, rappresenta il 30% della raccolta complessiva con una situazione differenziata a livello di singola area territoriale, passando dal 34% del Nord Est all’11% dell’area Sud e Isole. Nei volumi di raccolta indiretta prevale l’incidenza dei prodotti di raccolta gestita e assicurativa, fatta eccezione per l’area Sud e Isole dove i volumi risultano molto contenuti.
Questa operatività vede da sempre le Banche affiliate in ritardo rispetto al resto dell’industria bancaria avendo storicamente privilegiato il collocamento di prodotti di raccolta diretta. Il trend ha visto un cambio in particolare negli ultimi anni; importanti sono stati gli investimenti nella formazione specialistica del personale delle Banche affiliate al fine di aumentare la capacità di offrire a soci e clienti un supporto consulenziale di elevato livello. Questi investimenti, supportati dall’attenta ricerca da parte delle società del Gruppo industriale di prodotti adatti a soci e clienti delle BCC-CR-RAIKA, sta consentendo di colmare progressivamente il gap, mantenendo alta l’attenzione alla qualità del servizio complessivamente offerto al cliente risparmiatore.
(Importi in milioni di Euro)
Margini e commissioni |
Trentino-Alto Adige | Nord Est | Nord Ovest | Centro | Sud e Isole | Totale |
---|---|---|---|---|---|---|
Margine di interesse |
266 |
238 |
229 |
257 |
145 |
1.136 |
Commissioni nette | 112 | 125 | 130 | 127 | 53 | 547 |
Margine di intermediazione | 413 | 388 | 389 | 420 | 222 | 1.832 |
Il contributo reddituale derivante dal margine di interesse si attesta complessivamente, per le Banche affiliate, a circa 1,1 miliardi pari al 62% del margine di Intermediazione, con un’incidenza percentuale maggiore nelle aree territoriali Sud e Isole e Trentino-Alto Adige.
Il contributo del margine di interesse alla redditività complessiva è elevato, a conferma dell’operatività bancaria prevalentemente tradizionale che caratterizza le Banche affiliate e quindi il Gruppo nel suo complesso. La fonte principale di reddito rimane la tipica attività di raccolta di risparmio e impiego creditizio fatta sui territori di insediamento delle Banche affiliate. A questa si deve poi aggiungere l’investimento dell’eccesso di liquidità prevalentemente in titoli di emittenti governativi o nei confronti della Capogruppo.
Le condizioni prevalenti di mercato vedono ormai da anni i tassi di interesse ai minimi storici. Tali condizioni hanno contribuito alla progressiva riduzione del contributo del margine di interesse alla redditività primaria. Diventa sempre più decisiva la capacità delle Banche affiliate di proporre ai soci e clienti servizi in grado di completare l’offerta commerciale e di aumentare la marginalità da servizi. Questo percorso proseguirà ma sempre con una forte attenzione alla tutela dei soci e clienti nel rispetto dei principi cooperativistici che sono alla base dell’operatività delle Banche affiliate.
Le commissioni nette delle Banche affiliate ammontano complessivamente a 547 milioni, con un contributo che presenta, nelle aree del Centro Nord del territorio, una distribuzione piuttosto omogenea. L’incidenza delle commissioni nette è in crescita per il Gruppo nel suo complesso e per le singole aree territoriali delle quali il Gruppo si compone, a conferma della progressiva maggior capacità delle Banche affiliate di diversificare le proprie fonti di ricavo. La contribuzione media delle commissioni nette delle aree territoriali al margine di intermediazione si attesta al 30%, con un’incidenza territoriale che passa dal 24% del Sud e Isole fino al 33% del Nord-Ovest.
Il Gruppo industriale è rappresentato dalla Capogruppo e dalle società controllate e collegate che operano in diversi ambiti di attività, ossia:
- servizi ICT e back office, con la controllata Allitude S.p.A. (nel seguito anche “Allitude” e fino alla prossima integrazione in Allitude: CESVE S.p.A. e Bologna Servizi Bancari S.r.l. nel seguito anche “CESVE” e “BSB”);
- servizi di leasing, con la controllata Claris Leasing S.p.A. (nel seguito anche “Claris Leasing” o “Claris”);
- servizi assicurativi, con le controllate Assicura Agenzia S.r.l. e Assicura Broker S.r.l. (nel seguito anche “Assicura Agenzia” e “Assicura Broker”);
- servizi di gestione collettiva del risparmio, con la controllata Nord Est Asset Management S.A. (nel seguito anche “NEAM);
- altri servizi accessori, con le controllate Centrale Credit Solutions S.r.l., Centrale Soluzioni Immobiliari S.r.l., Centrale Casa S.r.l. e la collegata Centrale Trading S.r.l.
Di seguito le principali numeriche del Gruppo industriale al 31 dicembre 2019.
(Importi in milioni di Euro)
Impieghi verso la clientela* |
31/12/2019 |
---|---|
Crediti clientela lordi |
1.294 |
- di cui performing | 1.169 |
- di cui non performing | 125 |
Rettifiche di valore | 97 |
Crediti clientela netti | 1.197 |
* Dati gestionali che includono tutte le elisioni infragruppo.
Con riferimento ai crediti verso clientela, il contributo del Gruppo industriale ai risultati patrimoniali del Gruppo Cassa Centrale è riconducibile principalmente alle attività della Capogruppo e della società controllata Claris Leasing. I crediti lordi verso clientela, per un ammontare pari a circa 1,3 miliardi, sono concentrati infatti su tali realtà, e vedono accantonati fondi rettificativi per circa 95 milioni con crediti netti pari a 1,2 miliardi.
(Importi in milioni di Euro)
Raccolta |
31/12/2019 |
---|---|
Raccolta Complessiva |
6.776 |
Raccolta diretta | 2.152 |
Raccolta indiretta** | 4.623 |
- di cui Amministrata | 2.657 |
- di cui Gestita | 1.966 |
* Dati gestionali che includono tutte le elisioni infragruppo.
** La raccolta indiretta è espressa a valori di mercato.
La raccolta da clientela del Gruppo Industriale ammonta a 6,8 miliardi e risulta attribuibile al perimetro della Capogruppo. Per 2,2 miliardi è composta da raccolta diretta che risulta rappresentata principalmente da operazioni con la controparte Cassa di Compensazione e Garanzia. La raccolta indiretta*** ammonta invece a circa 4,6 miliardi e si riferisce per circa 2,0 miliardi, pari al 43%, alla componente di risparmio gestito con una operatività riconducibile prevalentemente ai prodotti legati alle gestioni patrimoniali, mentre il risparmio amministrato è pari a 2,6 miliardi e rappresenta il 57% dei volumi di raccolta indiretta con operatività rivolta principalmente al mercato obbligazionario.
*** La raccolta indiretta rappresentata si riferisce alla componente collocata da Cassa Centrale Banca direttamente alla clientela e non include invece la componente collocata attraverso banche.
Esperite tutte le formalità richieste dalla normativa da parte della Capogruppo e delle Banche affiliate, la Vigilanza, con delibera del Direttorio del 18 dicembre 2018, ha disposto l’iscrizione del Gruppo Cassa Centrale nell’Albo dei Gruppi Bancari, con decorrenza 1° gennaio 2019.
Il 2019 rappresenta dunque il primo esercizio per Cassa Centrale Banca, in qualità di Capogruppo del Gruppo Bancario Cooperativo. Cassa Centrale Banca e le Banche affiliate, collocandosi tra le banche di maggiori dimensioni e complessità operativa, sono soggette alla vigilanza della Banca Centrale Europea (nel seguito anche “BCE”).
La costituzione del GBC ha portato con sé notevoli impatti in termini di cambiamento ed in particolare nell’ambito della governance societaria. Il Contratto di Coesione è ora il principale strumento che assicura al Gruppo una coerenza nell’indirizzo strategico e negli obiettivi operativi, nonché l’unitarietà ed efficacia degli strumenti di gestione e controllo.
La Capogruppo, al fine di garantire la solidità e la stabilità del Gruppo, ha poteri di direzione e coordinamento nei confronti delle Banche affiliate e delle altre Società del Gruppo direttamente controllate. Il modello organizzativo che il Gruppo Cassa Centrale persegue garantisce ampie autonomie alle Banche affiliate che si collocano nelle migliori classi di merito pur all’interno di linee guida e regolamenti che assicurano unitarietà di intenti e il perseguimento di linee strategiche condivise.
In data 19 febbraio 2019 la BCE ha inviato specifica comunicazione relativamente alla decisione per la classificazione di Cassa Centrale Banca come soggetto vigilato significant ai sensi dell’articolo 6, paragrafo 4, del Regolamento (UE) n. 1024/2013 del Consiglio.
In conformità al Regolamento n. 468/2014 (BCE/2014/17), ciascuno dei soggetti vigilati appartenenti al Gruppo che fanno parte del GBC vigilato devono essere considerati soggetti vigilati significativi. Per tali motivi, la Capogruppo e tutti gli enti che fanno parte del Gruppo vigilato sono stati inclusi nell’elenco dei soggetti vigilati della BCE.
Dopo la mancata approvazione nel dicembre 2018 dell’aumento di capitale di Banca Carige S.p.A. Cassa di Risparmio di Genova e Imperia (nel seguito anche “Carige”) la BCE ha messo sotto amministrazione straordinaria la banca. A partire dai primi mesi del 2019 sono state svolte diverse due diligence da parte di investitori istituzionali con l’intento di definire un piano di salvataggio per la Banca ligure, che avesse come primo indispensabile ed urgente step un sostanzioso rafforzamento patrimoniale da perfezionarsi mediante un’operazione di aumento del capitale sociale.
In tale contesto ad inizio di giugno, Cassa Centrale Banca è stata contattata dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (nel seguito anche “FITD”) al fine di verificare l’interesse al coinvolgimento nel progetto di salvataggio di Carige. Seppur condotte in un tempo assai limitato, data la tassativa scadenza imposta dall’Autorità di Vigilanza per la definizione di un accordo, le analisi e le attività svolte hanno evidenziato un buon potenziale in termini di sinergie industriali. In data 9 agosto 2019 il Gruppo Cassa Centrale ha sottoscritto un accordo quadro con il FITD e lo Schema Volontario di Intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (nel seguito anche “SVI”) avente ad oggetto gli impegni assunti con riguardo all’esecuzione dell’operazione di salvataggio di Carige.
Per Cassa Centrale Banca l’accordo ha previsto la partecipazione all’aumento di capitale sociale di totali 700 milioni di Euro con un esborso di 63 milioni di Euro (pari all’8,34% del capitale sociale) nonché la sottoscrizione di 100 milioni di Euro del prestito obbligazionario subordinato al tasso dell’8,25% annuo su un totale di complessivi 200 milioni emesso da Carige. Parallelamente è stato sottoscritto un contratto di opzione di tipo call, con il quale il FITD e lo SVI concedono a Cassa Centrale Banca un’opzione irrevocabile di acquisto sulle azioni di Carige detenute da questi ultimi a seguito dell’esecuzione dell’aumento di capitale sociale.
Tale opzione sarà esercitabile nel periodo compreso tra il 1° luglio 2020 ed il 31 dicembre 2021. Si tratta di due operazioni – l’avvenuta sottoscrizione dell’aumento di capitale di Carige e l’eventuale esercizio dell’opzione call entro la fine del 2021 – formalmente e sostanzialmente distinte.
Nel corso dei prossimi mesi saranno avviate opportune iniziative volte ad analizzare i benefici complessivi dell’operazione e soppesare adeguatamente eventuali rischi derivanti dalla business combination tra Cassa Centrale Banca e Carige al fine di fornire al Consiglio di Amministrazione tutti gli elementi necessari per addivenire ad una decisione definitiva per il Gruppo.
Nel mese di ottobre 2019 è stato sottoscritto un accordo tra Cassa Centrale Banca ed Iccrea Banca S.p.A. (nel seguito anche “Iccrea”) che ha consentito il riordino delle rispettive partecipazioni nelle società strumentali nonché la definizione del progressivo disimpegno del Gruppo Cassa Centrale dal capitale sociale di Iccrea. Si rammenta che Cassa Centrale Banca e le Banche affiliate detenevano una partecipazione superiore al 18% in Iccrea stessa.
Tale accordo, ha consentito, entro il 31 dicembre 2019, la riduzione della quota del Gruppo Cassa Centrale al di sotto della soglia del 10%. La parte restante sarà ceduta integralmente con quote annuali e proporzionali entro il 31 dicembre 2022. Inoltre, a partire dal 1° gennaio 2020 e fino a completa dismissione, il Gruppo Cassa Centrale potrà esercitare appieno i diritti patrimoniali insiti nella partecipazione, precedentemente sterilizzati per la parte eccendente il 10% come stabilito dal novellato statuto di Iccrea.
L’accordo ha consentito altresì la definizione dei reciproci rapporti riguardanti gli ulteriori assetti partecipativi nelle società di servizi controllate dalle rispettive Capogruppo, sciogliendo situazioni di intreccio e razionalizzando quindi le compagini societarie.
Il riordino degli assetti partecipativi consentirà al Gruppo Cassa Centrale di promuovere in maniera ancor più incisiva la stabilità, la competitività e l’efficienza.
Nel corso dell’esercizio 2019 Cassa Centrale Banca ha portato avanti il piano di riduzione dello stock del credito deteriorato di Gruppo avviando diverse operazioni di cessione tra le quali si segnala l’operazione di
cartolarizzazione multioriginator c.d. Buonconsiglio 2 che ha visto la cessione di oltre mezzo miliardo di crediti lordi in sofferenza in massima parte appartenenti al GBC.
In tale contesto si porta all’attenzione anche la cessione pro-soluto di crediti non performing avviata nel mese di ottobre 2019 coordinata da Centrale Credit Solutions S.r.l. che ha avuto per oggetto un portafoglio di crediti lordi in sofferenza per circa 345 milioni di Euro.
Le summenzionate operazioni sono state effettuate con l’obiettivo di migliorare la qualità degli attivi grazie alla cancellazione degli asset dai bilanci delle banche, e si pongono all’interno del più ampio piano di gestione NPLs del Gruppo. Al 31 dicembre 2019 l’NPL ratio si è attestato al 9,3%
Successivamente alla nascita del Gruppo, sono decorse le 3 seguenti operazioni di aggregazione tra Banche affiliate.
Tali operazioni di aggregazione perseguono obiettivi di stabilità, efficienza e competitività. Nel corso del 2019 il numero delle Banche affiliate si è attestato a 80.
Si riporta di seguito il dettaglio delle operazioni di aggregazione successive alla nascita del Gruppo:
- Banca Prealpi - Banca S. Biagio del Veneto Orientale: decorrenza 1° luglio 2019, regione Veneto;
- CR Adamello Brenta - CR di Pinzolo – CR Val Rendena: decorrenza 1° luglio 2019, regione Trentino-Alto Adige;
- CR Alta Vallagarina - CR di Lizzana: decorrenza 1° luglio2019, regione Trentino-Alto Adige.
Nell’esercizio oggetto di reporting sono stati attivati tre processi aggregativi che potranno portare al termine dell’iter autorizzativo e dell’approvazione da parte delle assemblee straordinarie delle Banche affiliate coinvolte ad un’ulteriore razionalizzazione della presenza territoriale del GBC.
Nel mese di ottobre 2019, con l’obiettivo di riorganizzare la struttura societaria delle entità del Gruppo Cassa Centrale operanti nell’ambito dei servizi ICT e back office, è stata deliberata l’operazione di fusione per incorporazione delle c.d. Società di Servizi: Servizi Bancari Associati S.p.A., Centro Sistemi Direzionali S.r.l., Informatica Bancaria Trentina S.r.l., Informatica Bancaria Finanziaria S.p.A., (nel seguito anche “SBA”, “CSD”, “IBT”, “IBFin”) – in Phoenix Informatica Bancaria S.p.A. (nel seguito anche “Phoenix”). L’operazione di integrazione è stata realizzata in linea con gli obiettivi e le scadenze stabilite che hanno visto l’avvio della nuova realtà, Allitude S.p.A. (nel seguito anche “Allitude”), dal 1° gennaio 2020. Nel corso del primo semestre 2020, con data efficacia 1° luglio 2020, si perfezionerà anche la fusione per incorporazione in Allitude di CESVE S.p.A. e Bologna Servizi Bancari S.r.l..
Si è così arrivati ad avere un’unica società di servizi informatici e bancari di riferimento al fine di garantire efficienza e coinvolgimento, nonché sviluppare sinergie operative e costruire dei poli specialistici anche territoriali, sempre al servizio dell’evoluzione industriale delle Banche affiliate e del Gruppo nel suo complesso. Tale processo ha inteso valorizzare le migliori pratiche presenti nel Gruppo portandole a fattore comune. Nella riorganizzazione del versante ICT si è posta particolare attenzione nel valorizzare ulteriormente l’irrinunciabile profilo di “società di mercato” supportando con servizi e prodotti anche soggetti terzi rispetto al Gruppo.
Con l’obiettivo di rafforzare la presenza in alcuni settori di attività, il Gruppo ha realizzato le seguenti operazioni:
- avvio dell’operatività di Prestipay S.p.A. tramite l’ottenimento, in data 10 dicembre 2019, dell’autorizzazione da parte della Banca d’Italia ad operare. Già a partire dall’esercizio 2018 Cassa Centrale Banca, attraverso la propria area di business specializzata, aveva posto le basi per un presidio diretto del segmento di mercato relativo al credito al consumo tramite il lancio del brand proprietario Prestipay nonché la costituzione della stessa Prestipay S.p.A. con atto del 5 ottobre 2018 partecipata per il 60% da CCB ed il restante 40% da Deutsche Bank S.p.A.. Per effetto dell’ottenimento di tale autorizzazione nel corso del 2020 verrà effettuato uno spin-off dell’unità operativa da Cassa Centrale Banca alla controllata;
- costituzione, in data 18 dicembre 2019, della società Claris Rent S.p.A. (nel seguito anche “Claris Rent”), con socio unico la controllata Claris Leasing S.p.A., al fine di attuare il progetto di sviluppo del noleggio a lungo termine (nel seguito anche “NTL”). Operativamente la Claris Rent inizierà a prestare la propria attività nel 2020 incrementando quindi la gamma di prodotti a disposizione del GBC sia per la gestione del parco macchine di proprietà, sia per soddisfare specifiche esigenze della clientela.
In uno scenario macroeconomico globale che presenta prospettive incerte condizionate anche dai rischi connessi a tensioni geopolitiche, alle dispute tariffarie avviate dall’amministrazione statunitense ed al rallentamento dell’attività economica in alcuni importanti paesi dell’area euro, nel primo trimestre del 2020, si è manifestata, a partire dalla Cina, la drammatica diffusione dell’epidemia di Covid-19.
L’esplosione del Virus e la sua rapida propagazione, tale da essere definita pandemia, hanno generato impatti rilevanti sotto il profilo sanitario.
In uno scenario macroeconomico globale che presenta prospettive incerte condizionate anche dai rischi connessi a tensioni geopolitiche, alle dispute tariffarie avviate dall’amministrazione statunitense ed al rallentamento dell’attività economica in alcuni importanti paesi dell’area euro, nel primo trimestre del 2020, si è manifestata, a partire dalla Cina, la drammatica diffusione dell’epidemia di Covid-19. L’esplosione del Virus e la sua rapida propagazione, tale da essere definita pandemia, hanno generato impatti rilevanti sotto il profilo sanitario, sul tessuto sociale, economico e finanziario di vaste aree del mondo.
Per arginare la sua diffusione e contenere l’emergenza sanitaria, i governi dei paesi colpiti, a partire dalla Cina, hanno attuato provvedimenti restrittivi quali la limitazione al movimento delle persone, la chiusura degli esercizi commerciali e la sospensione della produzione o di alcune filiere produttive, determinando nell’immediato possibili danni collaterali alle catene di fornitura globali, un calo dei consumi ed un crollo della fiducia. Al fine di contenere gli effetti di tali dinamiche, le autorità sono intervenute con piani di stimolo economico che prevedono misure espansive di politica fiscale, monetaria ed allentamenti regolamentari. Gli effetti di queste manovre hanno generato elevata incertezza sulle prospettive dell’economia globale con uno scenario per il 2020 che si prevede sarà recessivo.
Anche in Europa il Virus si è diffuso molto rapidamente ed il deterioramento del quadro congiunturale, conseguente anche alle politiche di contenimento del contagio, sta spingendo le economie dell’area in uno stadio di profonda recessione imponendo alle autorità la ricerca di soluzioni forti, coordinate, tempestive ed innovative per fronteggiare l’emergenza e rilanciare la crescita economica. In questo senso, per le autorità di governo è aperta una discussione sull’opportunità di introdurre forme di supporto comunitario per sostenere gli interventi di natura fiscale volti a sostenere famiglie e imprese in difficoltà.
L’Italia, tra i primi paesi dell’Europa ad essere interessata dagli sviluppi del contagio, per contenere l’emergenza sanitaria ha adottato progressive e severe misure di distanziamento sociale sia in termini di estensione territoriale, partendo dalle regioni del nord, sia in termini di blocchi produttivi che principalmente interessano la filiera del turismo, i macrosettori trasporti e logistica, distribuzione ed in genere attività di servizio e manifatturiere non indispensabili. Il Governo, nei limiti derivanti dagli equilibri di finanza pubblica ed al fine di attenuare una preannunciata dinamica severamente recessiva, è intervenuto con misure a sostegno della perdita di reddito delle famiglie, per impedire crisi di liquidità nelle imprese e per attenuare la riduzione dei consumi e degli investimenti.
Per effetto di tale epidemia, anche il settore bancario si trova a dover fronteggiare una situazione complicata dovendo gestire le ripercussioni derivanti dagli effetti attesi dello scenario recessivo. In questo contesto, le misure annunciate dalle autorità europee unitamente agli interventi previsti nel decreto c.d. “Cura Italia” potranno contribuire a contenere gli effetti recessivi, limitare la contrazione del credito e, almeno inizialmente, ridurre la crescita delle esposizioni deteriorate contenendo l’aumento del costo del rischio.
Le strategie di riduzione del credito deteriorato volte ad un progressivo miglioramento della qualità degli attivi rimarranno un’opzione perseguita dall’industria bancaria, ma dovranno necessariamente tener conto del mutato contesto economico e degli impatti che quest’ultimo potrà avere sulla profittabilità delle banche. I tassi di interesse bancari attivi e passivi sono attesi stabili, confermando una dinamica sostanzialmente piatta della forbice bancaria complessiva. La crescita del margine di interesse è limitata dalle dinamiche di contrazione del credito e da margini unitari contratti a causa della competizione sui segmenti con più alto merito creditizio.
Un contributo positivo arriverà dal contenimento dei costi del funding riferiti alle nuove aste T-LTRO ed ai recenti annunci sul fronte della politica monetaria, sebbene gli spazi di riduzione dei costi complessivi della raccolta risulteranno limitati dal livello minimo già raggiunto dai tassi di interesse sui depositi. L’elevata incertezza sulla durata della pandemia, l’atteso peggioramento della congiuntura economica globale e le tensioni riscontrate nei mercati finanziari tenderanno ad accentuare, per il 2020, la domanda di forme di investimento a basso contenuto di rischio. La maggiore avversione al rischio delle famiglie potrebbe rallentare gli investimenti di liquidità in strumenti di gestione del risparmio, portando quindi un minor apporto di tali strumenti in percentuale sul totale dei ricavi.
Un minore contributo alla redditività arriverà anche dai servizi di pagamento e di gestione della liquidità anche per effetto dei blocchi di operatività di famiglie e imprese, della maggior pressione competitiva, soprattutto di operatori non bancari, e del processo di trasformazione digitale. In un quadro di debolezza dell’attività bancaria tradizionale, il miglioramento dell’efficienza operativa, la riduzione dei costi e nuove strategie di business si confermano le principali leve per il recupero della redditività del settore.
L’attuale situazione di crisi sanitaria impatterà anche sull’operatività del Gruppo Cassa Centrale, in considerazione del fatto che l’attività delle Banche affiliate è principalmente rivolta al credito tradizionale, nei confronti di famiglie e piccole e medie imprese dei territori di insediamento.
Il piano operativo del Gruppo Bancario Cooperativo dell’esercizio 2020 è stato definito ed approvato prima dell’insorgenza della crisi in atto e contemplava un’evoluzione positiva delle masse di credito unitamente ad una decisa crescita delle masse di raccolta indiretta.
È di tutta evidenza come il repentino cambio del contesto operativo porti a dover ritenere superate le linee di indirizzo definite solo pochi mesi fa.
In questo nuovo contesto economico e sociale, il Gruppo indirizzerà la propria attenzione da un lato a sostenere con forza il tessuto economico dei territori di riferimento, che si trovano ad affrontare una crisi mai vissuta in passato, e dall’altro a presidiare il complessivo profilo di rischio.
La dinamica della raccolta da clientela risentirà anch’essa della situazione contingente, ma è possibile che gli standard di solvibilità del Gruppo Cassa Centrale, tra i più elevati dell’intero sistema bancario europeo, possano rappresentare per i soci e clienti depositanti un rifugio sicuro in un momento di grande incertezza.
Per tale motivo potrebbe verificarsi un ulteriore incremento della raccolta diretta che andrebbe ad aumentare il già elevato indice di liquidità di cui oggi gode il Gruppo. Per gli stessi motivi è possibile che il flusso di raccolta diretto verso le forme di risparmio gestito possa subire un rallentamento a causa della situazione di incertezza che si è venuta a creare sui mercati finanziari nel corso del primo trimestre. Nel 2020 continueranno le attività correlate alla strutturazione organizzativa ed operativa del Gruppo considerando inoltre che il nuovo contesto richiederà ulteriori investimenti in tecnologia e capitale umano.
Vista l’evoluzione repentina dello scenario esterno, derivante dall’emergenza in corso e le possibili ripercussioni economiche, il Gruppo sta monitorando il fenomeno al fine di individuare tempestivamente i potenziali impatti sull’esercizio 2020.
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